Valeria e Marco avevano il sogno di ristrutturare la scuola di un borgo chiusa negli anni ’60 e farne un B&B mantenendo tutte le caratteristiche della scuola. Avevo letto della loro avventura imprenditoriale su diverse riviste e il mese scorso ho avuto il piacere finalmente di soggiornare nella loro struttura B&B La Scuola Guesthouse che si trova a Lusiana, nell’Altopiano di Asiago. E’ stata una bellissima esperienza dove ho avuto il piacere di intervistare Valeria. Se volete vivere un’esperienza unica e conoscere due bellissime persone andate da loro a trascorrere qualche giorno.
Ecco di seguito l’intervista a Valeria.
Tu hai avuto un cambio di vita ad un certo punto. Ci puoi dire cosa facevi prima di dedicarti al progetto B&B La Scuola Guesthouse?
Sono nata al sud, a Sorrento ma per studiare mi sono trasferita a Milano dove ho frequentato lo IED Istituto Europeo di Design – indirizzo Pubblicità e Marketing. Ho iniziato a lavorare in agenzie di comunicazione mentre andavo ancora a scuola. La pubblicità mi ha sempre affascinato, sin da piccola. Dopo aver vissuto e lavorato a Milano per circa 6 anni, mi sono stancata del clima competitivo della città, sia da un punto di vista lavorativo che privato e sono andata a vivere in Veneto. Per amore, a dire il vero.
Tra Venezia e Mestre non ho trovato agenzie di comunicazione così importanti come a Milano ma una piccola realtà dove il “capo”, un bravo copywriter, proveniva da esperienze in grandi agenzie milanesi e internazionali.
Lavorando un po’ meno per grandi marchi mi sono appassionata alla grafica più che all’advertising classico e ho trovato la mia strada.
Dopo qualche anno ho conosciuto Marco, per lavoro, e siamo diventati una coppia. Al di là dell’innamoramento c’era e c’è una grande stima reciproca per le attitudini e capacità di entrambi.
Internet era nata da poco e Marco ne aveva intuito il grande potenziale di “disintermediazione” fondando un’azienda visionaria con lo scopo di mettere in relazione diretta il viaggiatore e l’albergatore.
Dopo qualche collaborazione tra noi su alcuni progetti ho chiesto di entrare nel suo team. Il web design era qualcosa di nuovo, molto stimolante e divertente per me. Senza l’ansia della stampa!
Inoltre si trattava di mettere insieme le mie capacità grafiche e la mia esperienza familiare nel turismo. È stato molto divertente, stimolante e motivo di grande crescita professionale e personale.
Piccola digressione fondamentale: i miei genitori si sono conosciuti in vacanza in un Club Mediterranee, mia madre francese, mio padre napoletano. Lei in vacanza, lui guida turistica nei villaggi del Club.
La vita lavorativa di mio padre era divisa tra la professione di insegnate di matematica e scienze alle medie e la vita da direttore di villaggio turistico da giugno a settembre. Io sono cresciuta in queste due dimensioni diverse. Quella invernale fatta di studio, timidezza e una certa volontaria solitudine, fonte di riflessione e sogno, e quella estiva fatta di tanto divertimento, natura, libertà e, quando ero più grande, anche tanto lavoro.
Aver creato un luogo di accoglienza dentro una vecchia scuola è come aver unito tutti i puntini. Casualità? Destino? Non saprei… ma molto molto affascinante. Mio padre è purtroppo mancato prima di poter vedere tutto ciò. Ne sarebbe stato entusiasta e fiero, anche per il ruolo che La Scuola Guesthouse ha avuto nel risvegliare un po’ il paese.
Avevi l’idea proprio di ristrutturare la scuola da adibire a B&B o è stata un’opzione fra le altre?
È stata un’opzione tra le altre. Abbiamo visitato anche altri immobili ma la vecchia scuola ci ha rapiti.
È stata anche un’opzione tra le altre cose che avrei voluto fare dopo aver deciso di lasciare l’azienda di Marco. Da grafico e responsabile di un piccolo reparto di produzione sono cresciuta, diventata manager di un gruppo di persone più ampio, mi mancava la creatività e le mie giornate erano fatte solo di “gestione”. Non ne potevo più. Ho la necessità vitale di creare.
Quali sono state le difficoltà nella ristrutturazione?
Innanzitutto far capire lo spirito conservativo che avevamo in mente. L’equilibrio tra comfort e fascino del passato. Poi la difficoltà di comunicare con gli operai nel dialetto locale! E poi ancora che a seguire e controllare tutto ci fosse una donna e per giunta “foresta”. Quest’ultimo aspetto però è stato anche favorevole. Siamo stati accolti dalla comunità con grande affetto, curiosità e anche incredulità: “chi sono sti matti?”, “chi vuoi che venga in vacanza lì?”
Come hai strutturato il piano di comunicazione per far conoscere una struttura in un territorio montano?
Abbiamo creato un brochure con foto finte ma simili a quello che sarebbe stato lo stile, un piccolo sito e con questi strumenti ci presentavamo alle autorità locali tanto per far parlare di noi. Poi, una volta aperti, un gran bel sito web (giocavamo in casa!), presidio dei social network, campagne a pagamento sui social. In seguito è arrivata spontaneamente una gran copertura mediatica, soprattutto su riviste importanti all’estero, per l’idea, il concept, il design.
A distanza di anni puoi fare un punto su questo progetto e su eventuali progetti futuri?
Il punto è che ho realizzato tanto: ho sfogato la mia passione per l’interior design, ho messo a frutto le esperienze personali e professionali, ho continuato a creare, ho reso felici tante persone e sono orgogliosa di aver rilanciato il territorio e averlo fatto conoscere all’estero. Insieme a Marco abbiamo creato una realtà che corrisponde esattamente a quello che noi stessi cerchiamo quando andiamo in vacanza. È proprio questo il segreto.
Per chi volesse cimentarsi nell’idea di ristrutturare un edificio mantenendone le caratteristiche per farci un B&B ci potresti stilare 5 punti di cose che hai imparato durante quest’ avventura imprenditoriale?
– avere ben chiaro lo stile e l’atmosfera che si vuole creare e restare sempre fedeli ad essa
– trovare un direttore dei lavori, geometra o architetto che sia, che abbia lo stesso gusto e sappia darvi suggerimenti utili. Se non è così, è meglio cambiare referente!
– utilizzare maestranze locali se si proviene da altri luoghi
– non farsi intimidire dalle regole troppo rigide della burocrazia, se si crea qualcosa di speciale anche i tecnici più severi possono aiutarvi a trovare un compromesso.
– infine il suggerimento principale, per me che amo lavorare in squadra e collaborare: la riuscita del progetto dipende da tutti coloro che vi hanno partecipato, perciò è meglio andare d’accordo, non litigare, essere SEMPRE presenti, ascoltare e meritare il rispetto e la stima di tutti.
La Scuola Guesthouse
via Campana 20 – 36046 Lusiana Conco (Vicenza)
Tel. +39.0424.066244 | info@locandalascuola.com
Intervista e foto a cura di Giuseppe Piro
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